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Ryder Cup, non solo sport ma ottima opportunità di business

Al via, da oggi fino al 30 settembre, sul campo Le Golf National di Parigi la 42a edizione della Ryder Cup, inconfutabilmente la più famosa e appassionante delle sfide golfistiche al mondo, che quest’anno vedrà anche il nostro Francesco Molinari in campo, dopo la fantastica vittoria al British Open.

Gli appassionati sicuramente conoscono già la storia di questo blasonato torneo, ma vale la pena dare qualche coordinata di massima prima di passare a un’analisi del suo giro d’affari. La Ryder nasce negli anni ’20 del secolo scorso per volontà di Samuel Ryder, facoltoso commerciante inglese appassionato della disciplina, che in sostanza formalizzò una sorta di sfida analoga che già si svolgeva tra golfisti inglesi e statunitensi.

Samuel Ryder, con l’aiuto del suo maestro Henry Abraham Mitchell, maggiormente conosciuto come “Abe”, decise quindi di dare ufficialità a questo duello tra diverse culture golfistiche facendone una manifestazione a cadenza regolare, stabilendo un premio in denaro (che rimarrà poi comunque sempre di carattere simbolico, cosa che ha ulteriormente farcito di gloria epica la sfida) e creando la famosa coppa in oro massiccio con l’effige del golfista ispirata proprio al maestro Abe.

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Samuel Ryder e Abe Mitchell

La Ryder Cup, come tutte le manifestazioni sportive di grande interesse, ha nel tempo ottimizzato le sue regole per giungere negli anni ’70 pressoché alla formula che vige tuttora: 18 buche a cadenza biennale con 3 giorni effettivi di gara in cui si sfidano non più inglesi contro americani ma 12 americani contro 12 europei (a cui si aggiungono i capitani e vice-capitani non giocanti) in 3 diverse tipologie di competizioni: 8 foursome (2 coppie di giocatori si sfidano giocando la medesima palla per team), 8 fourball (le coppie si sfidano giocando sempre la miglior palla tra le due giocate dal team) e 12 sfide dirette classiche (1 contro 1).

I 28 punti totali disponibili sono poi assegnati nel seguente modo: il vincitore guadagna un punto per la propria squadra, nel caso di pareggio si assegna mezzo punto a ciascuno dei team contendenti. Nel caso di pareggio totale nell’intera competizione (14 a 14), la Ryder Cup rimane al team che già la deteneva dalla precedente edizione.

Le selezioni dei rispettivi team americano ed europeo differiscono e derivano dai risultati di differenti campionati “nazionali”, i capitani, che oltre alla gestione della squadra durante il torneo possono scegliere alcuni dei giocatori che vanno a completare il lotto dei due team, sono definiti dalle rispettive federazioni golfistiche.

Folla alla the Ryder Cup 2014
Folla alla the Ryder Cup 2014

Ma veniamo ora alla parte “business”: quanto vale oggi la Ryder Cup??

Difficile dire quanto l’edizione 2018 porterà nelle casse della capitale francese, anche perché chiaramente bisognerà attendere la fine della manifestazione, ma qualche dato si può desumere dalle precedente edizione europea del 2014 (la Ryder si gioca alternativamente in Europa e USA), anche perché i numeri americani, come sempre, sono decisamente più elevati e non è, al momento, pensabile un paragone fra Ryder delle due sponde dell’Atlantico.

Sappiamo per esempio che i ricavi dell’edizione 2014 tenutasi a Gleneagles in Scozia si sono attestati intorno ai 120 milioni di Euro, calcolando anche l’indotto correlato (ristorazione, alberghi, trasporti ecc.). Certo l’investimento non è stato esiguo, si parla di 20 milioni, ma quasi 50 mila spettatori al giorno e 500 milioni di spettatori in diretta TV in 183 paesi del mondo (che ne fanno il terzo evento sportivo più seguito sul pianeta), si direbbe, lo giustificano ampiamente, anche solo considerando biglietti, merchandising e diritti TV.

Si consideri inoltre il ritorno d’immagine per i giocatori, che incassano grandi cachet dagli sponsor essendo la Ryder alla stregua se non superiore in termini di prestigio ad una partecipazione olimpionica, e per il resort che la ospita: qualunque golfista, praticamente per sempre, vorrà giocare su quel campo, il cui prezzo delle green fee salirà inesorabilmente e indipendentemente dalle condizioni della struttura.

Per la Ryder romana del 2022 si stima gli incassi possano addirittura raggiungere la strabiliante cifra di 200 milioni di Euro, sempre se si riuscirà a far fruttare ottimamente l’occasione…

Quello che è certo è che in Francia sono più preparati di quanto lo siamo noi ora: 410 mila golfisti registrati e 800 mila giocatori in totale. La federazione francese ha sviluppato molto la pratica del golf negli anni ’90 e Duemila, in particolare presso i giovani, in contrasto con quanto avvenuto nel resto del Continente. Non meno importanti le iniziative di avvicinamento alla Competizione che hanno creato 30 mila nuovi golfisti e 45 mila nuovi golfisti tra gli 8 e i 10 anni: una strategia che punta a continuare a far crescere il gioco e a promuoverne i business correlati.

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