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Golf femminile in Italia: breve intervista a Federica Dassù

Abbiamo posto alcune domande a Federica Dassù circa il progetto Golf è donna, il programma di promozione del golf femminile italiano che Federgolf sta attivando nel contesto delle attività di avvicinamento alla Ryder Cup del 2022 e di cui abbiamo parlato nell’ultimo articolo pubblicato sul blog di Italy4golf.

Biografia Federica Dassù

Federica Dassù, oltre ad essere persona deliziosa che si è mostrata immediatamente disponibile a questa breve intervista, è certamente una delle donne più importanti nel panorama golfistico italiano, anche ma non solo, perché è stata la prima donna italiana a dedicarsi al golf agonistico da professionista.

Dopo aver rappresentato l’Italia in vari campionati europei e in quattro campionati mondiali, e dopo esser stata campionessa italiana per ben 7 volte nelle varie categorie, passa infatti al professionismo nel 1983 e inizia un percorso che le porterà sei vittorie nel Ladies European Tour (l’ultima allo Spanish Open del 2003).

Conseguentemente inizia la collaborazione con la Federazione Italiana Golf come allenatrice delle Squadre Femminili Nazionali. Diverrà quindi Responsabile tecnico delle Squadre Nazionali Femminili dilettanti e dal 2012 entrerà a far parte dello Staff della Squadra Nazionale Professionisti seguendo il Tour femminile.

Federica Dassù-Margherita Rigon

Non meno importante l’incarico di Head-coach ricoperto dal 2008 e per diversi anni presso il Golf Club Ugolino, dove ha allenato le professioniste Vittoria Valvassori e Margherita Rigon e presso il quale si è occupata con passione del settore giovanile riuscendo a far vincere nel 2016 il “Seminatore d’oro” all’Ugolino quale circolo con la migliore attività giovanile. Dal 2018 è invece coach regionale.

Una carriera ricca di soddisfazioni e successi che nel 2016 ha portato Federica Dassù a essere inserita nella Hall of Fame della PGA italiana.

Intervista a Federica Dassù

Ma torniamo a Golf è donna e alla breve intervista che Federica Dassù ci ha gentilmente concesso:

Il rapporto fra golfisti e golfiste in Italia è ancora sotto la media europea, e in Europa è sotto la media americana: è solo una questione di montepremi/sponsor o ci sono altri freni (reali, culturali, ecc.) all’accesso?

Io credo che la situazione italiana non sia poi così diversa da quella degli altri stati. Forse in Italia le donne fanno meno sport in generale, e quindi anche poco golf.
Detto ciò, si può comunque cercare di incrementare la partecipazione femminile, così come si dovrebbe fare di tutto per incrementare quella maschile: è evidente la scarsità di tesserati italiani rispetto alle altre nazioni europee.

Il progetto Golf è donna promosso da Federgolf si inserisce nel percorso di avvicinamento alla Ryder romana del 2022. A nostro avviso si tratta di un’ottima occasione per fare un passo avanti in questo senso, d’altra parte temiamo che la situazione di “ristagno” di diversi circoli italiani non faciliti la strategia pensata dalla Federazione. A suo avviso, quali altre iniziative potrebbero intraprendere i circoli “virtuosi” per supportare questo progetto e renderlo efficace sul lungo periodo?

Il progetto è ancora alle fasi iniziali e sicuramente i 15 Circoli che hanno aderito al progetto non saranno i soli a cercare di spronare le neofite a giocare a golf.
Non credo che i Circoli siano immobili, bensì credo che ci sia bisogno di cambiare la percezione che gli italiani hanno dello sport Golf. Per quel che so, ci sono molte iniziative promozionali in questo momento in corso in Italia, ma la difficoltà rimane quella di far entrare i non golfisti dentro i cancelli dei club. Iniziative di promozione fuori dai Circoli nella mia esperienza non hanno portato a molto interesse. Molto meglio, invece, quando si invitano le persone a vedere dal vero che cosa vuol dire giocare golf e che bei posti siano i campi da golf.

Golf è donna è un progetto che chiama in causa principalmente i Circoli, ma si rivolge poco al pubblico femminile potenzialmente interessato. In sostanza, più che sollecitare la domanda pare concentrato sul migliorare l’offerta. Che cosa potrebbe incoraggiare l’approccio alla disciplina del golf direttamente presso il pubblico femminile in Italia?

Bisogna farsi conoscere attraverso la stampa e i social, ma soprattutto attraverso le amicizie e il passaparola, anche con gare “porta un’amica”. Bisogna portare le donne al golf e fargli fare gruppo, con iniziative indirizzate allo stare insieme, allo star bene, legando il golf alla salute e al benessere così come al piacere di stare all’aperto, al bisogno di respirare aria pulita e camminare. Potrebbe essere utile anche trovare formule di gioco più veloci, un modo di imparare meno “faticoso” e più fantasioso/divertente.

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