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Kafka alla ricerca di pace a Riva del Garda

Kafka venne sul lago di Garda due volte in circostanze totalmente diverse ed entrambe soggiornò a Riva del Garda, che, a quel tempo, era ancora sotto l’Impero Asburgico, ma che per lui, come per molti altri ospiti, era già considerata Italia.

La prima volta arrivò nel 1909 con i fratelli Max e Otto Brod. Arrivano da Praga, a quel tempo anch’essa tedesca. Kafka, di animo inquieto, ha ventisei anni, è di origine ceche, parla e scrive in tedesco ed è ebreo. Max è il suo migliore amico, uno scrittore e conferenziere, colui che conosce la vita di Franz e colui che contribuirà a fare conoscere le sue opere.

Da lungo tempo Kafka desidera fare una vacanza ed i due gliene offrono l’occasione.

Riva del Garda a quel tempo viveva il massimo del suo fulgore, era una cittadina dinamica, meta rinomata per artisti e letterati del nord Europa, che giungevano qui a curarsi in una casa di cura che applicava metodi naturali d’avanguardia. Quindi era allettante sia per il clima che per una serie di infrastrutture che offrivano comodità e intrattenimenti mondani con musica, balli, feste, manifestazioni, cinema, teatro e feste di sera alla veneziana in barca mascherati.

Kafka arriva in un momento in cui non riesce più a scrivere da mesi rendendolo quasi disperato e l’amico cerca di aiutare la ripresa della sua vena artistica.

Starà a Riva dal 4 settembre per circa una settimana, forse ospite di una pensione centrale nell’attuale Piazza Cesare Battisti che ora è un’abitazione privata. Gli amici trascorrono i giorni in spiaggia facendo bagni e visitando la città e i suoi dintorni in un’atmosfera serena e rilassata. Quanto importanti saranno le impressioni che ne ricaverà, lo si scoprirà solo anni dopo, nell’ambientazione del suo racconto Il cacciatore Gracco, ambientato a Riva. Un racconto metafisico e di tormentata elaborazione. In sintesi è la storia di un cacciatore che cade da un dirupo morendo ma che in realtà ancora vaga per la terra perché la barca che lo doveva condurre nell’Aldilà ha sbagliato strada.

In quella vacanza trascorreranno molto tempo ai Bagni della Madonnina, sotto la strada del Ponale, dai quali si può ammirare tutta Riva, Torbole e l’altra sponda.

Ne approfitteranno anche per allungarsi fino a Brescia per un paio di giorni stimolati dalla curiosità di vedere i primi voli aerei durante il primo convegno Aviatorio, poiché nessuno tra loro aveva ancora visto un areo. A queste gare naturalmente partecipò anche l’immancabile D’Annunzio e Puccini.

Inoltre vedranno le Cascate del Ponale, ora visitabili solo dal lago, la Cascata del Varone, già allora molto conosciuta. Andranno a Torbole, dove aveva soggiornato Goethe, per poi vedere Arco con il suo castello arroccato, dal quale forse trarrà l’ispirazione per una delle sue maggiori opere Il castello, anche se non tutti gli studiosi sono d’accordo con questa ipotesi.

Si recheranno anche a fare una gita al lago di Toblino, che sia allora che tutt’oggi rimane uno dei posti più spettacolari e affascinanti con il suo castello che si rispecchia nel piccolo lago, una destinazione da non perdere, e, poco distante, visiteranno anche il castello di Madruzzo.

Kafka, in quegli anni, non tiene ancora un diario, che inizierà solo più avanti e nel quale ricorreranno molte memorie e citazioni legate a questo suo primo soggiorno a Riva del Garda. Impressioni e ricordi si fanno dettagli o sintesi nei suoi diari e vengono utilizzati nell’elaborazione dei suoi scritti.

Molto diverso il suo secondo viaggio avvenuto nel 1913 e che ha come obiettivo un recupero di forze fisiche ma soprattutto mentali. Depresso e triste decide di trascorrere le sue vacanze nel Sanatorium di Hartungen, che in realtà è una casa di cura che guarisce con pratiche igienistiche e naturalistiche.

Kafka vuole restare solo, questa volta starà quasi sempre in istituto a parte una gita in battello a Malcesine. Ma la sua vacanza ha un esito inaspettato e stravolgente. Infatti incontra una ragazza molto giovane di cui si innamora che lo distoglie dai suoi disturbi e lo lancia in un’altra dimensione. È arrivato il 22 settembre e riparte il 12 ottobre, decidendo di trascorrere anche la sua ultima settimana di vacanza qui invece che fare un piccolo viaggio che aveva programmato.

Di questo soggiorno a Riva ne scrive al ritorno nei suoi diari, temporaneamente interrotti in vacanza, raccontando questo ideale di amore e raccontando come trascorre pomeriggi nel parco tra il sole e gite in barca. Alla sua partenza è già deciso che tale incontro non debba avere un futuro. Fa strano pensare che, forse per timore, lo scrittore sceglie di ritornare alla sua sicura infelicità piuttosto che all’incertezza di una felicità non prevedibile.

Cristina De Rossi
Italy4golf Italian Ambassador

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